Il 12 dicembre 1531 la Madonna apparve
in Messico a un indigeno di 57 anni di nome Juan Diego, a cui
chiese di raccogliere con la sua tilma, un mantello tipico
fatto di un tessuto molto povero, delle rose che erano fiorite nonostante fosse
inverno e di presentarle all’arcivescovo monsignor Juan de Zumárraga come prova
delle apparizioni. Quando Juan Diego dispiegò il mantello con le rose davanti
all’arcivescovo, i presenti si resero conto che sulla tilma dell’indigeno
era impressa l’immagine che oggi tutti conoscono come Nostra Signora di
Guadalupe.
L’immagine impressa sul mantello di San
Juan Diego ha delle caratteristiche straordinarie che sfidano la scienza ormai
da cinque secoli:
1 – L’immagine sul mantello non è dipinta
ed è impossibile replicarla
Il manto, tessuto principalmente con fibre
di cacto, è di qualità molto bassa. La sua superficie ruvida, già difficile da
indossare, rende quasi impossibile la conservazione di qualsiasi immagine che
vi sia dipinta sopra. L’immagine di Guadalupe, tuttavia, è intatta da 500 anni.
Gli scienziati e gli esperti di fotografia
che l’hanno studiata garantiscono che non è stata usata alcuna tecnica di
pittura adeguata a quel tessuto, e che non esistono tracce di pennello. Quello
che si è invece scoperto è che l’immagine è stata letteralmente impressa, tutta
allo stesso tempo, sul mantello, e che la sua colorazione non presenta elementi
animali né minerali, oltre a cambiare leggermente di tonalità in base
all’angolazione dalla quale si guarda. Come se non bastasse, anche se il
mantello è ruvido, la parte di esso sulla quale è rimasta impressa l’immagine è
diventata liscia come seta.
Non si è mai riusciti a replicare alcuna
immagine con le stesse proprietà di quella impressa sul mantello di Juan Diego,
a cominciare dal fatto che dura da 500 anni senza scolorirsi su un tessuto di
pessima qualità. Le migliori approssimazioni sono state ottenute dall’artista
Miguel Cabrera nel XVIII secolo, che ha descritto l’immensa difficoltà di
ricreare quell’immagine anche sulle superfici migliori.
L’immagine contiene un’infinità di
dettagli che colpiscono:
- I capelli sciolti della Madonna di Guadalupe sono un simbolo azteco di
verginità.
- Una delle mani è più scura e l’altra più bianca, a indicare l’unione
tra i popoli.
- Le 46 stelle impresse sul mantello rappresentano esattamente le
costellazioni viste nel cielo la notte del 12 dicembre 1531.
- I raggi del sole, la principale divinità venerata dalla cultura
azteca, si intensificano sul ventre di Maria, che è incinta.
- La luna sotto i piedi, oltre a evocare la “donna vestita di sole, con
la luna sotto i suoi piedi” descritta nell’Apocalisse, richiama anche il
nome del Messico in lingua azteca: “centro della luna”.
L’angelo, rappresentato con ali di uccelli tipici della regione di
Città del Messico, simboleggia l’unione tra la terra e il cielo.
2 – Il mantello ha le caratteristiche di un corpo
umano vivo!
Nel 1979, il biofisico dottor Phillip
Callahan, dell’Università della Florida, ha analizzato il mantello con una
tecnologia a raggi infrarossi e ha scoperto che ha una temperatura costante tra
i 36.6 e i 37 gradi Celsius, che è la temperatura normale di una persona viva.
Il medico messicano dottor Carlos
Fernández de Castillo, che ha esaminato il tessuto, ha trovato sul ventre di
Maria un fiore a quattro petali che gli aztechi chiamavano “Nahui Ollin”, simbolo
del sole e della pienezza.
Proseguendo i suoi esami, il dottor
Fernández de Castillo ha concluso che le dimensioni del corpo della Madonna
nell’immagine erano le stesse di una gestante che deve partorire entro pochi
giorni. Il 12 dicembre, giorno dell’apparizione, è decisamente vicino al 25
dicembre, Natale.
L’oculista peruviano dottor José Alte Tonsmann si è invece
concentrato sullo studio degli occhi dell’immagine della Madonna di Guadalupe.
Ingrandendoli 2.500 volte, ha identificato il riflesso di fino a 13 individui
in entrambi gli occhi, con proporzioni diverse, esattamente come avviene quando
l’occhio umano riflette un’immagine. Sembra che sia stato catturato il momento
esatto in cui San Juan Diego ha dispiegato il mantello davanti all’arcivescovo
Zumárraga e alle altre persone presenti in quell’occasione.
3 – Il mantello, nonostante la pessima qualità,
sembra essere indistruttibile!
Nel 1785, in occasione della pulizia del
vetro che protegge il mantello, del solvente con acido nitrico si è riversato
su gran parte dell’immagine, che avrebbe dovuto corrodersi all’istante.
L’immagine, tuttavia, si è restaurata da sola in 30 giorni e ancora oggi è
intatta, con piccole macchie in alcune parti del mantello che non contengono
l’immagine.
Nel 1921 un militante anticlericale ha
posto davanti all’immagine, nella basilica di Nostra Signora di Guadalupe, un
vaso di rose che in realtà conteneva 29 cariche di dinamite. L’esplosione ha
fatto volare in aria dal pavimento all’inginocchiatoio di marmo, raggiungendo
perfino finestre situate a 150 metri di distanza. Un pesante crocifisso di
bronzo e i candelabri di metallo che erano ai lati dell’immagine si sono
accartocciati per la forza dell’esplosione, ma l’immagine e il vetro che la
proteggeva, che non era neanche a prova di pallottole, sono rimasti
perfettamente intatti.
[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta
Sciamplicotti]
Nessun commento:
Posta un commento