[da FAMIGLIA CRISTIANA]
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Il nome di Maria, già frequente nel mondo ebraico (Myriam), è senza dubbio il più diffuso tra i popoli cristiani: esso è attribuito anche a uomini come aggiuntivo: Carlo Maria, Alberto Maria, Giovanni Maria, ecc. Ad esso si intitolano molte chiese, associazioni e luoghi. La riforma liturgica postconciliare hai a declassato questa festività a “memoria facoltativa”, in pratica depennandola dal calendario, ma il nome di Maria viene ugualmente onorato con un formulario della Raccolta di messe della beata Vergine Maria. In tale messa, il Padre viene glorificato per il “nome di Maria”, cioè per la persona della Madre di Gesù e per la sua missione nella storia della salvezza. Il nome della Vergine è riconosciuto glorioso perché, come quello di Giuditta, è «tanto esaltato che sulla bocca di tutti sarà sempre la sua lode» ; santo, perché designa la Donna «ricolmata di grazia» per concepire e dare alla luce il Figlio di Dio; materno, poiché il Cristo morente sulla croce ci ha lasciato per madre la sua stessa Madre, per cui i fedeli sperimentano «la dolcezza del suo nome»; provvido, perché il popolo cristiano «la invoca come Madre, guarda a lei come fulgida stella nei pericoli e ricorre a lei come a sicuro rifugio». Di Maria ci parlano i quattro Vangeli quando ci raccontano la venuta di Cristo nel mondo. Anche il Corano la nomina 70 volte, oltre alla “sura” 19 che parla dell’annuncio fattole dall’arcangelo Gabriele. I più antichi segni finora noti della venerazione della Madre di Gesù sono i graffiti di Nazaret, scoperti durante gli scavi compiuti nel 1955-66 sul luogo tradizionale dell’Annunciazione. Si tratta di due iscrizioni greche risalenti al II-III secolo, di cui la prima, KE MAPIA (chaire Maria) riprende il saluto dell’angelo aggiungendo il nome di Maria e assume il significato di un’invocazione. La seconda iscrizione è la testimonianza di una devota pellegrina che assicura di aver compiuto un gesto di omaggio a Maria o alla sua icona.
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