Tu sei il Figlio mio, l’amato
Subito dopo la l’Epifania celebriamo la festa del Battesimo del Signore Gesù. E’ l’inizio della sua vita pubblica.
Troviamo Gesù adulto, che si reca da Giovanni Battista, insieme a tanta altra gente. Giovanni annuncia che dopo di lui arriva uno che è più grande di lui, tanto da non essere degno di slacciare i lacci dei suoi sandali.
Ci viene presentata l’immagine di chi vuol servire Cristo, di chi è fedele e si fa umile, quasi a scomparire nel servizio, per esaltare, grazie alla voce del Padre, che quel Gesù è il Figlio di Dio, il figlio tanto amato.
Nel battesimo di Gesù comprendiamo meglio anche il nostro battesimo. Battesimo che ci fa risalire dal buio del peccato nel quale siamo immersi. Nel tempio di santa Corona a Vicenza, un ‘opera del Bellini, ben rappresenta nelle sue allegorie tutto questo.
Spesso ci dimentichiamo del Battesimo che abbiamo ricevuto. In realtà dovremo averlo più a cuore, perché con questo sacramento siamo purificati dal peccato originale, rivestiti di Grazia, dello stesso amore di cui Cristo è portatore.
Ogni giorno quasi inconsciamente ci facciamo il segno della croce, che ci riporta al nostro battesimo. Mai come in questi tempi abbiamo bisogno di questo, il battesimo ci invita ad una conversione costante, quotidiana.
La conversione alla sequela di Cristo ci aiuta a non girare la testa di fronte alle altre persone, ai fragili, ai bisognosi, agli ultimi. Capaci di essere portatori di giustizia e di pace nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità; affinché la pace così invocata, in particolare in questi giorni, sia manifesta e fattiva in ogni parte del mondo, nel cuore di ogni persona.
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