Abbiamo meditato, con l'aiuto del Diacono don Giuseppe Renzi,.il brano del Vangelo di Giovanni che racconta dell'incontro di Gesù con la Samaritana.
Non eravamo in pochi. Ma non eravamo in molti.
Tra le assenze, anche tra gli Operatori Pastorali ci sono state persone che sono state impossibilitate a partecipare.
Riportiamo qui solo alcuni flash della riflessione, che alla presenza del nostro Parroco, si è protratta fino all'inizio della liturgia eucaristica.
Le immagini che riportiamo di seguito si concludono con la preghiera conclusiva del ritiro.
Chi non ha potuto esserci, se crede, può unirsi anche oggi, anche da casa ed anche solo spiritualmente, alla Comunità.
La preghiera di tutti, alla fine, sia perché il Signore conceda la grazia a tutti noi di essere comunque presenti al prossimo ritiro.
Al termine dell'incontro abbiamo avuto il piacere di leggere un pensiero di don Raffaele Russo, pubblicato anni fa in numero del giornalino della sua parrocchia in Pozzuoli.
Vista la richiesta insistente di tutti i presenti, riportiamo in questa pagina il testo completo, di questo scritto, che possiamo ben definire "il testamento spirituale di un parroco".
Vista la richiesta insistente di tutti i presenti, riportiamo in questa pagina il testo completo, di questo scritto, che possiamo ben definire "il testamento spirituale di un parroco".
La
Parrocchia che sogno.
Dopo 25 anni da parroco si può ancora sognare una parrocchia?
A me capita proprio cos’. Non amo troppo le cose, le strutture, le leggi. Certo
ci vogliono. Ma io amo la gente. Non mi incanta tanto un bel quadro o una
scultura –che pure non sottovaluto- quanto gli occhi di un bimbo o un volto
rigato da pene dove, in quei solchi, puoi leggerci tutte le lacrime, tutta la
storia di una vita. Io sogno una parrocchia che sia una vera comunità, una
famiglia, dove i gesti di pace –gesti d’amore- non siano segni stereotipi e
rari di un momento liturgico, ma si inventino negli intimi modi e situazioni
della vita. Io sogno una comunità parrocchiale attenta e disponibile verso ogni
persona in necessità, che rifiuti il modello borghese dell’autosufficienza, dell’orgoglio,
del confronto, dell’indifferenza. Una famiglia che sappia condividere il pane e
la gioia, le paure e le sconfitte, il dolore e la speranza. Sogno una
parrocchia solidale, dove le pene, le malattie, la solitudine dell’altro
diventano mie e veramente me le sento addosso, me le sento dentro.Una comunità
che spezza il suo pane e condivide il cammino della vita nella consapevolezza
di non essere soli e di non lasciare solo nessuno.Una comunità che sa che il
cristiano la vita non solo la rischia, la DONA. Con una parrocchiale così io
camminare vivendo, operando, donando; dando senso e sapore all’esistenza: il
senso e il sapore dell’amore. Insieme con questa comunità vorrei giungere
davanti al Re della parabola evangelica, per sentire la sentenza del trionfo
dell’amore: “Venite, benedetti del Padre mio, ... perché ho avuto fame e mi
avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, straniero mi
avete accolto, malato e carcerato siete venuti a visitarmi” (Mt. 25, 34-36). Sogno una comunità che sappia
riconoscere negli occhi degli altri l’attesa implorante degli occhi di Cristo.
Chi vuole aiutarmi a sognare?
(Don Raffaele Russo)
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