Si tratta di un Rosario in Lingua Siciliana tradotto in Lingua Napoletana (eccetto i Misteri della Luce.che sono stati pensati ex novo).
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Libera traduzione di Antonino Gnolfo
Riprese, luci, audio e regia di Gustavo SR Mazzella
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PRIMA PUNTATA
I Misteri della Gioia
SECONDA PUNTATA
I Misteri della Luce
I Misteri della Luce
TERZA PUNTATA
I Misteri del Dolore
I Misteri del Dolore
QUARTA PUNTATA
I Misteri della Gloria
I Misteri della Gloria
Come è nata nella tradizione la pia devozione e la recita del Santo Rosario.
"All'origine del Rosario vi sono i 150 Salmi di Davide che si recitavano nei monasteri. Per ovviare alla difficoltà, al di fuori dei centri religiosi, di imparare a memoria tutti i Salmi, verso l'anno 850 un monaco irlandese suggerì di recitare al posto dei Salmi 150 Padre Nostro. Per contare le preghiere i fedeli avevano vari metodi, tra cui quello di portare con sé 150 sassolini, ma ben presto si passò all'uso delle cordicelle con 50 o 150 nodi.
Poco tempo dopo, come forma ripetitiva, si iniziò ad utilizzare anche il Saluto dell'Angelo a Maria, che costituiva allora la prima parte dell'Ave Maria.
Nel XIII secolo i monaci cistercensi svilupparono una nuova forma di preghiera che chiamarono rosario, perché la comparavano ad una corona di rose mistiche donate alla Madonna. Questa devozione fu resa popolare da san Domenico, che nel 1214 ricevette il primo rosario della Vergine Maria come strumento per l'aiuto dei cristiani contro le eresie.
Nel XIII secolo si svilupparono i Misteri del Rosario: numerosi teologi avevano già da tempo considerato che i 150 Salmi erano velate profezie sulla vita di Gesù. Dallo studio dei Salmi si arrivò ben presto alla elaborazione dei Salteri di Nostro Signore Gesù Cristo, nonché alle lodi dedicate a Maria. Così durante il XIII secolo si erano sviluppati quattro diversi salteri: i 150 Padre Nostro, i 150 Saluti Angelici, le 150 lodi a Gesù, le 150 lodi a Maria.
Verso il 1350 si arriva alla compiutezza dell'Ave Maria come la conosciamo oggi. Questo avviene ad opera dell'Ordine dei certosini, che uniscono il saluto dell'Angelo con quello di Elisabetta, fino all'inserimento di «adesso e nell'ora della nostra morte. Amen». ...
[Breve Storia del Rosario, dal libro: "Le Litanie"]
Perché la proposta di questo lavoro:
per favorire la recita del Santo Rosario.
per favorire la recita del Santo Rosario.
Pregare in casa, pregare in chiesa, pregare in comunione è cosa pia e da incoraggiare, in questo periodo di laicizzazione esasperata di ogni idea e di ogni nostra azione.
Ma siamo convinti che ciò non basta.
La preghiera, che porta l'uomo ad un rapporto più intimo con Dio, ha bisogno però di essere portata fuori. Chi non prega non pregherà mai se non vede pregare chi ha fede.
La missione del Cristiano non è solo pregare, ma anche (e soprattutto) promuovere, far conoscere agli altri questo modo di rapportarsi con l'Amore del Padre, che tramite il Figlio ci sostiene col suo Santo Spirito.
Tramite la conoscenza della tradizione, della preghiera dialettale, della riscoperta delle radici si fa opera di missione e di evangelizzazione.
La pubblicazione di questi video (che seguono) su una pagina di facebook, la grande rispondenza (migliaia di visualizzazioni con centinaia di like) mi hanno convinto a diffondere l'iniziativa.
Qualcuno mi ha fatto conoscere stimoli, emozioni e propositi di preghiera suscitati dalla iniziativa di diffusione con i moderni mezzi informatici.
"Grazie, ascoltando il video mi sono immersa nel senso di quanto ascoltato ed ho recitato una decina, anche se non avevo mai detto un rosario".
"Grazie, Antonino, mi sono molto emozionato ad ascoltare queste pillole di "contemplazione dei misteri della vita di Gesù. Mi permetto di copiarmi i video, perché voglio riascoltare i messaggi che contengono, contemplarli e pregare nella loro contemplazione".
[Da un Parroco di una delle tante Parrocchie di Roma] "Ho trovato molto interessante questo lavoro e la proposta che ne nasce. Utilizzerò questa forma dialettale e tradizionale di preghiera per aiutarmi nelle mie catechesi sulla preghiera e sul rapporto del fedele con il Signore".
... E via di seguito.
Anche questo dunque è un modo per l'Operatore Pastorale e per il fedele, di "uscire" dal proprio guscio e per mostrare ad altri una via più comprensibile a chi la via non conosce o a chi la via l'ha smarrita.
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