(Mt 26-28; Mc 14-16; Lc 22-24; Gv 13-21)
La cena del Signore
Gesù portato da Caifa
Gesù portato da Erode
Pilato se ne lava le mani
"Prendetevelo"
La Passione
nei quattro vangeli
Gli evangelisti, narrando la Passione di Gesù, lasciano
trasparire un diverso approccio teologico:
Marco (capitoli
14-15): la nudità del Nuovo Adamo (vesti-solitudine). Gesù entra nella sua
Passione totalmente solo (14,50).
Lo circondano solo i suoi accusatori.
Anche la comunione di Dio è momentaneamente spezzata e il forte grido che segna la sua morte ne è l'espressione più lacerante (15,34.37).
Gesù fallisce sul piano umano.
La nudità della sua morte è tuttavia il luogo di grazia nel quale l'uomo ritrova non solo Dio (15,39), ma anche se stesso (16,5-6).
Lo circondano solo i suoi accusatori.
Anche la comunione di Dio è momentaneamente spezzata e il forte grido che segna la sua morte ne è l'espressione più lacerante (15,34.37).
Gesù fallisce sul piano umano.
La nudità della sua morte è tuttavia il luogo di grazia nel quale l'uomo ritrova non solo Dio (15,39), ma anche se stesso (16,5-6).
Matteo (capitoli
26-27): la potenza del Cristo. Gesù è protagonista degli eventi della sua
Passione. Li affronta con consapevolezza e dignità (26,1-2.53), compiendo le
Scritture (26,56).
La sua morte si colloca su uno scenario apocalittico che ne manifesta la potenza (27,51-53).
Particolarmente marcata è la tensione con le autorità religiose, rivelatrice del contesto in cui vive la comunità matteana.
La sua morte si colloca su uno scenario apocalittico che ne manifesta la potenza (27,51-53).
Particolarmente marcata è la tensione con le autorità religiose, rivelatrice del contesto in cui vive la comunità matteana.
Luca (capitoli
22-23): il dono di un innocente.
Nel vasto dramma che oppone Gesù alle potenze delle tenebre (22,53), Lc insiste meno sul tradimento dei discepoli. Egli non ne menziona la fuga e attenua i tratti del gesto di Giuda.
Sul monte degli Ulivi li giustifica: essi si addormentano «per la tristezza» (22,45).
Lo sguardo di Gesù è lo sguardo di chi perdona: esso incontra Pietro (22,61), le donne (23,28-31), il ladrone (23,34.43).
La sua innocenza è ribadita più volte: se ne fanno portavoce Pilato (23,14.20.22), il ladrone (23,41) e il centurione (23,47).
Nel vasto dramma che oppone Gesù alle potenze delle tenebre (22,53), Lc insiste meno sul tradimento dei discepoli. Egli non ne menziona la fuga e attenua i tratti del gesto di Giuda.
Sul monte degli Ulivi li giustifica: essi si addormentano «per la tristezza» (22,45).
Lo sguardo di Gesù è lo sguardo di chi perdona: esso incontra Pietro (22,61), le donne (23,28-31), il ladrone (23,34.43).
La sua innocenza è ribadita più volte: se ne fanno portavoce Pilato (23,14.20.22), il ladrone (23,41) e il centurione (23,47).
Giovanni (capitoli
13-19): l'ora della gloria.
Il racconto della Passione è preparato dai lunghi discorsi di Gesù (13-17). Egli sa che la sua ora è venuta e il cammino verso la morte diventa un gesto d'amore spinto fino all'estremo (13,1).
Egli affronta tutto con autorità, provoca coloro che lo interrogano, dichiara apertamente la sua identità. La sua morte avviene mentre al tempio si immola l'agnello pasquale.
Il racconto della Passione è preparato dai lunghi discorsi di Gesù (13-17). Egli sa che la sua ora è venuta e il cammino verso la morte diventa un gesto d'amore spinto fino all'estremo (13,1).
Egli affronta tutto con autorità, provoca coloro che lo interrogano, dichiara apertamente la sua identità. La sua morte avviene mentre al tempio si immola l'agnello pasquale.
Le tre ore di grazia
II momento culminante della Passione di Gesù è scandito in
tre tappe di tre ore ciascuna.
Sono le ore della grazia nelle quali si attua la salvezza dell'umanità e il ristabilimento della relazione originaria tra l'uomo e Dio.
* Lora terza è il tempo della spoliazione (Mc 15,2 Gesù è esposto nudo agli occhi del mondo. Gli insulti e le beffe segnano da un punto di vista umano il fallimento totale. Gesù prende su di sé l'esperienza di Adamo e dei suoi figli, ponendosi sotto il segno della loro maledizione.
* Lora sesta è il tempo delle tenebre (Mt 27,45;1 15,33; Lc 23,44): nel linguaggio simbolico esse rappresentano il caos originale, lo stadio prenatale, anticipo di una nuova creazione.
* Lora nona è il tempo della morte (Mt 27,46-54; Mc 34-39; Lc 23,45-49): non è l'ultima parola. La morte di Gesù è accompagnata da tre tratti che segnano la rinascita di un mondo nuovo: il «grido forte», che alcuni esegeti interpretano come il grido di vittoria sulle forze del male; la «lacerazione del velo del tempio», che chiama la lacerazione dei cieli al momento del battesimo di Gesù e il dono nuovo dello Spirito; le prime professioni di fede.
Sono le ore della grazia nelle quali si attua la salvezza dell'umanità e il ristabilimento della relazione originaria tra l'uomo e Dio.
* Lora terza è il tempo della spoliazione (Mc 15,2 Gesù è esposto nudo agli occhi del mondo. Gli insulti e le beffe segnano da un punto di vista umano il fallimento totale. Gesù prende su di sé l'esperienza di Adamo e dei suoi figli, ponendosi sotto il segno della loro maledizione.
* Lora sesta è il tempo delle tenebre (Mt 27,45;1 15,33; Lc 23,44): nel linguaggio simbolico esse rappresentano il caos originale, lo stadio prenatale, anticipo di una nuova creazione.
* Lora nona è il tempo della morte (Mt 27,46-54; Mc 34-39; Lc 23,45-49): non è l'ultima parola. La morte di Gesù è accompagnata da tre tratti che segnano la rinascita di un mondo nuovo: il «grido forte», che alcuni esegeti interpretano come il grido di vittoria sulle forze del male; la «lacerazione del velo del tempio», che chiama la lacerazione dei cieli al momento del battesimo di Gesù e il dono nuovo dello Spirito; le prime professioni di fede.
[Tratto da: http://www.parrocchiasanclemente.eu/files/00016CRONOLOGIA-pa.pdf]
Nessun commento:
Posta un commento