venerdì 7 febbraio 2020

XXVIII Giornata Mondiale del Malato * 11 febbraio 2020

Brevi riflessioni sul tema del dolore e della consolazione.
(Primo giorno)


1. “Venite a me…” 

“Venite”: è un invito ed una chiamata. “a me”: 
Gesù non dice “venite a fare”, ma “venite a me”: la vera sapienza è la carne di Cristo. 
Quando Gesù dice “a me” intende dire proprio l’invito ad incontrare la Sua umanità, segnata da debolezza, fragilità, caducità. È questa carne che salva l’uomo e che rivela Dio. È questa carne che ci introduce in Dio. 
Per questo è nel nome di Gesù che c’è scandalo ma anche salvezza per tutto il mondo, per ogni carne.

Accettare la chiamata: Massimiliano Amolini, una lettera del 2008 

Carpeneda 25.10.2008

Eccellenza mons. Domenico Sigalini, Vescovo di Palestrina, e assistente Ecclesiastico Generale dell’Azione Cattolica Italiana.

Innanzitutto buongiorno! Desidero scusarmi se le reco qualche disturbo con questa mia lettera. … Affidandomi alla sua gentilezza, domando come potrei entrare a far parte dell’Azione Cattolica italiana, dato che per causa di forza maggiore non posso aderire fisicamente (però, spiritualmente sì) agli impegni che durante l’anno vengono affidati dagli animatori.
Sento nel mio “sacrario dell’uomo” (come chiama il Concilio Vaticano II, la coscienza) che l’Azione Cattolica sarà per me quella strada che conduce attraverso le bufere del mondo alla porta stretta, con la lampada ben accesa dall’olio profumato della santità vissuta quotidianamente. Ora mi presento: Mi chiamo Massimiliano, sono un giovane di 33 anni, abito in provincia di Brescia e sono tetraplegico da ben 18 anni.
Una trombosi poi, mi ha tolto l’uso della parola; così che sono costretto a letto senza che mi sia concesso un benché minimo movimento, che non sia il ruotare del capo e il battito delle ciglia (con cui scelgo le lettere dell’alfabeto scritte su una tavola, che chi vuol interloquire con me, mi porge). Sono tracheotomizzato ed aggredito da una comprensibile rete di tubi e connessioni varie. Queste mi causano molte aspirazioni, di giorno e di notte. …
Questa non è per me una brutta condizione di vita, come potrebbe credere chi l’osserva dall’esterno del mio mondo; se si vive nella tristezza sempre il cielo è nero; bisogna vivere nella speranza e per un credente cristiano cattolico la speranza ha un nome ben preciso: Gesù di Nazareth.
Quando permetti a Cristo d’irrompere dentro, ti svela le Sue ricchezze, e cosa ti aspetta nell’aldilà se hai combattuto la buona battaglia e hai conservato la fede; perché se lo inviti Gesù dice: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed Egli con me” (Apocalisse 3, 20). Inoltre afferma: “Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono” (Apocalisse 3, 21).
Ora il buon Gesù mi sta additando l’Azione Cattolica, che è da sempre fornace ardente di santità, per perfezionare quest’anima imperfetta e colma di miseria che risponde al nome di Massimiliano. … Caro mons. Sigalini… Concludo chiedendo una preghiera: ho tanto, tanto bisogno del suo aiuto; io mi sforzo (con gioia) di seguire sempre la volontà del Signore: pregando, leggendo la Sacra Scrittura, dicendo il mio “fiat”, ecc., ma non è abbastanza, sono sicuro che il Padre vuole di più da me, per una vera e perseverante conversione. La ringrazio e La saluto cordialmente,
Dio la benedica.
Massimiliano Amolini

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